IL POPOLO DELLE DONNE. IL FILM di Yuri Ancarani
Martedi 23 aprile 2024, ore 17:45
Aula Magna dell’Università degli Studi, via Festa del Perdono 7, Milano
saranno presenti:
Marina Valcarenghi e Yuri Ancarani
introducono il film:
Silvia Bignami, Monica Naldi, Diego Sileo e Iolanda Ratti
Ingresso libero con registrazione
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Per informazioni
Dopo il gran successo del tour con tappe in diverse città italiane, il potente lungometraggio IL POPOLO DELLE DONNE del video artista e film-maker ravennate Yuri Ancarani (1972) viene proiettato in Statale, dove è stato girato in occasione della mostra Lascia stare i sogni al Padiglione d’Arte Contemporanea, a cura di Iolanda Ratti e Diego Sileo.
Presentato nell’ambito della XX edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Proiezioni Speciali / Incontri con gli autori, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023, IL POPOLO DELLE DONNE (60’, Italia, 2023) è prodotto da Dugong Films, in collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, e distribuito da Barz and Hippo.
Protagonista del film è Marina Valcarenghi, psicoanalista e giornalista, attivista politica negli anni Sessanta e Settanta e autrice di numerosi volumi, che ha scelto la Statale – dove si è laureata in Giurisprudenza in anni di grandi ideali e fervori – per raccontare a Yuri Ancarani una tranche de vie intorno a un tema di scottante attualità che riguarda la violenza di genere: il “processo” di liberazione femminile ha rovesciato completamente il rapporto tra uomo e donna nella società e nella famiglia, provocando l’incremento della violenza maschile contro le donne.
L’incontro tra il regista e Valcarenghi è avvenuto nel corso delle riprese per la realizzazione di Atlantide (2021, 104’) – presentato al Festival Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2021, nella sezione Orizzonti – che ha richiesto un supporto psicologico per gli adolescenti protagonisti del film.
Nel chiostro della Legnaia, alla Statale, Marina Valcarenghi tiene una sorta di lectio magistralis, complici una cattedra e una seggiola trovate quasi per caso. La sua voce, le sue pause scandiscono il ritmo del film: nella narrazione ripercorre stralci di testimonianze di uomini violenti, raccolte nei tribunali, nel corso di colloqui in carcere o durante le sedute nel suo studio. Riflessioni sulle dinamiche relazionali degli ultimi trent’anni di storia italiana si intrecciano a ricordi legati al suo lavoro di analista.
QUI il comunicato stampa.
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